Messe di Pasqua all'UNIMOL

Data pubblicazione: Mar 20, 2013 4:14:20 PM

Isernia. MyNews 126. Due celebrazioni eucaristiche in occasione della Pasqua sono state celebrate nelle due sedi di Isernia dell'Università del Molise. Lunedì 18 e martedì 19 marzo, rispettivamente a Isernia e Pesche d'Isernia, studenti, docenti e personale hanno avuto modo di augurarsi la buona Pasqua con una S. Messa presieduta dal cappellano universitario., p. Pasquale Castrilli. A Pesche è' stata anche raccolta una somma in denaro da inviare alle missioni.

Nel mese di febbraio Molisinsieme, il quindicinale delle diocesi molisane, aveva pubblicato un'intervista a p. Pasquale che riportiamo di seguito.

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Intervista a p. Pasquale Castrilli OMI, responsabile della pastorale universitaria diocesana,che traccia per noi un bilancio di un anno di attività e l'identikit del giovane universitario

Pastorale Universitaria a

Isernia. Un anno di lavoro

Come hai iniziato questo impegno all’Università?

Siamo partiti proprio un anno fa, a marzo del 2012, con una presenza semplice e discreta nelle due sedi dell’università del Molise di Isernia e Pesche d’Isernia. Mons. Salvatore Visco, vescovo di Isernia-Venafro, ha fortemente voluto questo impegno nel mondo accademico accanto a studenti, docenti e personale. Dopo aver dialogato e chiesto i doverosi permessi alle autorità universitarie, ho iniziato in punta di piedi con il desiderio anzitutto di incontrare e conoscere, atteggiamento che, a distanza di un anno, non mi ha abbandonato. Devo dire che sono stato accolto molto bene da tutti. Con una certa curiosità, sia perché mai prima c’era stata una presenza della Chiesa all’interno dell’Università, sia perché sono un missionario e questo, come si può immaginare, suscita numerose domande e curiosità. Con grande apertura l’Università ha messo a disposizione alcuni ambienti per la pastorale universitaria.

Che tipo di lavoro svolgi?

Come dicevo è una presenza semplice. Non ci sono ancora programmi e realtà strutturate. In questo anno sono andato incontro a tutti, interessandomi di ciascuno. Sono convinto che è utile ascoltare e conoscere prima ancora che dire o proporre. E’ stato un criterio utile per comprendere l’ambiente universitario ad Isernia, ambiente per me totalmente sconosciuto. In questo primo anno abbiamo organizzato la benedizione di inizio anno accademico, la celebrazione della messa in occasione del Natale. Anche per Pasqua sono in programma, a metà marzo, due messe, sia a Isernia che a Pesche. Sono le prime celebrazioni eucaristiche tra le mura di questa Università. Studenti, professori e personale sembrano apprezzare questa presenza. Alla benedizione di inizio anno, nei primi giorni di ottobre, mi hanno accompagnato Gianluca e Luca, due giovani missionari Oblati di Maria Immacolata, miei confratelli. La loro è stata una testimonianza significativa anche perché dopo qualche giorno sarebbero partiti per un anno di esperienza missionaria rispettivamente in Senegal e Uruguay. A inizio anno ho distribuito una brochure dove ho segnalato alcune iniziative presenti e possibili della pastorale universitaria. Ho anche allestito una pagina Internet. Mi sembra che la presenza in Università debba avere soprattutto questo taglio pastorale. Con una disponibilità all’incontro, al dialogo e all’ascolto di tutti per metterci insieme alla sequela di Cristo, del Vangelo e dei valori.

Quale impressione hai degli universitari che incontri?

I ragazzi provengono da varie parti del Molise, ma c’è una buona presenza anche di studenti di fuori regione provenienti dalla Campania (Benevento e Caserta), Puglia (Foggia) e dall’Abruzzo (Chieti). I docenti, invece, provengono da varie regioni d’Italia. Dialogando con gli studenti mi pare di cogliere alcuni punti caratteristici dei giovani italiani di oggi. Anzitutto la preoccupazione molto forte per il futuro, per l’ingresso nel mondo del lavoro, per la possibilità di un’indipendenza dalla propria famiglia d’origine. Ci sono poi i sogni che giustamente ciascuno insegue con determinazione. C’è qualche lamentela sulla condizione di studenti universitari e sulla mancanza di servizi adeguati che la città non sembra offrire. Ma quest’ultimo punto rientra nello status tipico dell’universitario che deve essere sempre un po’ ‘lamentoso’. In realtà le due sedi universitarie sono dignitose e ordinate e anche i servizi non mancano. Inoltre il personale e i docenti riescono a creare un ambiente familiare ed accogliente che, dal mio punto di vista, è molto utile per vivere con serenità gli anni di studio e per un buon rendimento.

E sul piano strettamente religioso?

La sfera religiosa resta relegata nel privato, come è tipico della gente molisana. C’è sempre una sorta di pudore a svelarsi come credenti e a dirsi cristiani. Si può comunque riscontrare che i ragazzi hanno ricevuto un’educazione alla fede nelle loro rispettive famiglie. Ci sono poi gli stereotipi classici nei confronti della chiesa cattolica, della figura del papa e dei sacerdoti, della presunta ingerenza della gerarchia cattolica in ambito politico, ecc. Forse manca una ricerca personale e ci si accontenta di ciò che si dice e scrive in giro. Anche in qualche docente mi è capitato di riscontrare alcuni preconcetti che non premettono un incontro autentico. Tra le mura dell’Università ho potuto anche incontrare alcuni giovani (pochi in verità) appartenenti ad associazioni e movimenti ecclesiali. In loro si vede una fede più consapevole e formata e il desiderio dell’annuncio cristiano. Dopo questo primo anno vorrei dire che la pastorale universitaria a Isernia mi pare abitata da una certa dimensione di ‘povertà’ (non ci sono grandi mezzi in termini di strutture o di persone) che rende, probabilmente, ancora più autentico e gratuito l’impegno e l’incontro personale da parte di tutti.

(Molisinsieme, 15 febbraio 2013, anno IV, n. 3, pagina 9)